Thursday, December 6, 2007

Underground stories

La metro a New York non è solo un fantastico mezzo di trasporto, che ti permette di arrivare praticamente in qualsiasi angolo di Manhattan e in molte parti degli altri districts (abolendo di fatto la necessità della macchine, cose che città come San Diego si sognano la notte, grazie alla GM), ma anche un’esperienza di vita. Innanzi tutto perché catalizza, soprattutto in certe ore del giorno, quel groviglio meticcio che è la popolazione della città, ovvero i newyorkers (mi domando quanti anni impiegherò a diventare uno di loro, se mai ci riuscirò). E qui tralascio l’argomento romantico sul fatto che chiunque, dal riccone al poveraccio, sono uniti nella calca (cosa impossibile a San Diego: sull’autobus solo neri, ispanici e studenti. Più qualche, raro, poveraccio bianco). In secondo luogo perché c’è sempre qualcosa o qualcuno che non ti aspetti, dal fratello che canta sul vagone, al predicozzo politico di cui nessuno sentiva il bisogno. Dalla bicicletta (?!?) al tuo vicino di posto che puzza immensamente. La tipa che si trucca ve l’aveva già raccontata. Quando poi scendi dalla metro, allora sì che può succedere di tutto: le porte si aprono e si può presentare una qualsiasi delle seguenti situazioni (tutte rigorosamente accadutemi, ma non necessariamente in quest’ordine):

- la tipa che sbocca, è sabato alle 2 di notte, 10 metri più in là c’è un tipo che suona la chitarra e canta pure bene, inframezzato dai conati. L’ardua decisione è tra deliziarsi le orecchie e lo spirito, cercando di ignorare la puzza, oppure spostarsi decisamente più in là

- i due tizi che non si reggono in piedi, questa volta è venerdì sera, ma apparentemente si sono fatti della stessa cosa della tipa che sboccava. Si tengono abbracciati e per poco non cadono sui binari, io e un altro li abbiamo letteralmente tirati per le giacche per evitarlo.

- è tutto tranza, tu aspetti per 20 minuti, sempre sabato notte, finalmente arriva la metro. Dal nulla spunta un tizio con una pettorina con su scritto “metropolitan transportation authority”. La metro si ferma, ma le porte non si aprono. Il tipo usa una specie di chiave, apre una porta del metro, la chiude, il metro parte. E tu rimani lì, ad aspettare per un altro quarto d’ora, e chiedendoti soprattutto: perché?

e la mia preferita:

- sei l’unico che scende a questa stazione, dove non c’è nessuno. Il metro riparte mentre tu ti incammini verso l’uscita. Avvicinandoti alla fine della pensilina, noti che c’è un uomo tra te e l’uscita. E pensi: mmm. Ti avvicini ancora un po’, l’uomo è un pulotto. Ah, ok dai. Quando sei proprio a due passi, noti il mitra che lui tiene in mano con nonchalance. Merda! Lui ti guarda, tu fai la faccia innocente, bofonchi qualcosa del tipo good evening sir, e tiri dritto. Tutto normale, dove non succedono queste cose? (aeroporti di milano e londra esclusi, per chi c’era).

Per concludere una piccola lista delle cose da non fare a new york se ci tenete alla pelle (e io le ho fatte tutte, nella mia ingenuità):

- entrare al mac e dire ad alta voce al tuo amico americano (che ti ha portato lì perché proprio non resisteva…): “Man: this is disgusting!”, con i tipi che ci lavorano che si girano a guardarti (male) e i tipi obesi che stanno mangiando con la salsa rosa che cola ovunque che si girano anche loro a guardarti (malissimo!). aggiungi che sei all’inizio di harlem, e sono quasi tutti fratelli.

- Parlare di hitler e razzismo in metro, tu e i tuoi 2 amici bianchi. Gli unici bianchi nella carozza.

- Perdersi alle 10 di notte nel queens, tu e i tue due amici bianchi (per fortuna qui il colore della pelle non influisce, in genere ti derubano senza discriminare, a noi è andata bene, abbiamo trovato una fermata del metro)

- Comprare i cereali al cioccolato nel supermercato più economico. Non sanno di cioccolato.

- Rispondere al telefono fisso. 9 volte su 10 te ne penti (il tipo che ha sbagliato numero, il sondaggista che non capisce che vivi in uno studentato e anche se glielo spieghi insiste con l'intervista, poi arriva il suo capo e senti attraverso la cornetta che gli dice che l'intervista non è utile perchè tu sei in uno studentato...CLICK!, il tipo fumato che vuole far nuove amicizie)

Sunday, December 2, 2007

First snow and Christmas story

Oggi è una giornata speciale: mi alzo, esco di casa per andare a messa e…questo è quello che vedo!!!!


Per citare lo zio Sam: “feels like home”. Quindi nel giro di 2 post siamo passati dall’autunno all’inverno, ma si sa, qui a new york è tutto fast…La cosa che rende la prima neve dell’anno un po’ più speciale, è che la mia amica Tailandese Jui (vedi post human rights) non aveva mai visto la neve, e parte venerdì prossimo per tornare definitivamente a casa!

Il secondo punto di questo post per me è fantastico : la miglior storia sul Natale che abbia mai sentito. Prologo: la settimana prossima qui all’I-House ci sarà una North-European Christmas cultural hour, e un tipo americano deve interpretare Santa Clause. Ieri quindi siamo a pranzo io , lui, un olandese, un tedesco e uno svizzero. Parte la domanda:”ma da voi Santa Clause è come da noi?”. Ed ecco la perla: l’olandese ci spiega che no, Babbo Natale da loro è un po’ diverso. Come? Beh, innanzi tutto viene dalla SPAGNA, e non dal Polo Nord. I bambini indirizzano le loro letterine a Santa Clause, Madrid, Spain. DAVVERO!!! Sono andato su internet a controllare, non è una palla! Seconda perla: non ci sono la slitta e le renne, ma Santa arriva su un battello a vapore!!! Capito? Dalla Spagna con la nave!!!! E per finire, ciò che veramente rende del tutto incompatibile il Babbo Natale statunitense con quello olandese: i piccoli aiutanti di Santa in Olanda sono NERI!!!!! Pensate ai piccoli bimbetti repubblicani qui negli states, che shock micidiale sarebbe!!!!
In realtà abbiamo trovato un compromesso per adattare il modello olandese a quello statunitense: bastano due piccoli ritocchi: il battello si trasforma in una galera romana, e i piccoli aiutanti in schiavi che remano, con Santa che invece di scudisciare le renne scudiscia i NIGGAS !!!!! È o non è la miglior storia sul Natale che abbiate mai sentito?

Friday, November 30, 2007

China

Ok questa è davvero interessante, non so se è arrivata anche a voi la mail con la storia della bambina neonata sul bordo della strada cinese. Vedere foto del genere fanno accapponare la pelle. Non pubblicherò le foto sul blog, non mi sembra il caso, se volete sapere a cosa mi riferisco Tarolli vi può inoltrare la mail. Ci sono alcune considerazioni al riguardo che mi piacerebbe fare.

La prima: chiunque abbia fatto quelle foto (e qui sto dando per scontato che siano autentiche, ma davvero non ci metterei la mano sul fuoco) non è migliore delle altre persone che nelle foto ci stanno, anzi. Evidentemente l’intento di documentare la cosa per ore solo per mostrare che la gente cinese se ne frega di una neonata al bordo della strada è più importante che prestare soccorso alla bimba, per questa persona.

Sul controllo delle nascite: certo che è una cosa terribile che una coppia non possa per principio avere più di un figlio. Ma analizziamo i dettegli. La legge funziona così: se tu e il tuo consorte siete figli unici, allora potete avere più di un figlio, altrimenti, potete comunque avere più di un figlio, ma pagate una multa per averlo. Nessuno è obbligato con la forza a non avere figli. Non esiste l’aborto obbligatorio, come dice la mail. Certo per noi anche l’idea della multa è pazzesca, ma come ho imparato da un po’ di tempo a questa parte, prima di giudicare le politiche cinesi bisogna confrontarsi con i loro numeri. Pensate a quanti sono i cinesi ora, con il controllo delle nascite, pensate a ch problemi sociali e gestionali hanno con questo numero di persone. Pensate a questi problemi se le persone fossero, diciamo, un quarto di più di quante sono ora. L’India non ha una politica di controllo delle nascite. La crescita demografica indiana è incredibile (e me ne sono accorto, sono circondato ogni giorno da indiani!!!) e non mi sembra che da un punto di vista sociale in India si stia bene. I bambini nascono sì, ma poi quanti hanno delle condizioni di vita decenti? Quanti muoiono di fame?

Sulla preferenza di figli maschi. È assolutamente vero che in generale ci sia una cultura che apprezza di più il figlio maschio. Nelle città più grandi, dove il benessere è più diffuso, questa differenza è nettamente assottigliata se non inesistente. Nelle campagne, figlio maschio = forza lavoro, figlia femmina = dote! Non è proprio così, ma ho usato la parola dote per evocare sensazioni di qualche decennio fa in Italia. Pensate ai vostri nonni: quando sono nati loro (ma anche quando sono nati i vostri genitori), era preferibile/preferito un figlio maschio o femmina? La situazione della Cina rurale oggi ha molte similarità con l’Italia rurale di qualche decennio fa.

Il fatto che gli aborti riguardino in maggioranza feti femminili non mi stupisce per le considerazioni di cui sopra.

La cosa del traffico di donne mi sembra una cavolata. È vero che ci sono più uomini che donne (e poi noi italiani gliele rubiamo, eh eh!), allora se non ci sono donne, da dove le trafficano? Dalla Thailandia? Dagli amici giapponesi? Non ci credo molto.

Note conclusive: avete mai letto sul giornale (o sul web, visto il post precedente) di neonati abbandonati nei cassonetti in Italia? È orribile. Se lo facciamo noi che siamo super civilizzati, è plausibile pensare che i cinesi non lo facciano? Moltiplicate l’occorrenza di eventi come questo per la proporzione tra il numero di cittadini italiani e quelli cinesi. Quanto fa? Tanto, vero?

Sulle politiche del governo cinese: anch’io sono critico rispetto a diversi punti some la crescita non sostenibile, divario ricchezza/povertà (e sto parlando dagli stati uniti!!!), l’inquinamento (che pare si stiano mettendo sulla retta via, speriamo), il materialismo imperante. MA. Ma provo a pensare che se si ha a che fare con una popolazione talmente elevata, i normali approcci politici e sociali attuati da noi non funzionano più. Per certi versi è la metafora del comunismo: può funzionare perfettamente in micro comunità autogestite, ma quando lo proponi su grande scala ha storicamente fallito. Molti dicono che i fallimenti storici del comunismo (di cui la Cina è stato un esempio, tra l’altro) sono dovuti al fatto che non era vero comunismo quello applicato. Appunto. Non è praticabile su larga scala.

Il punto (come ha notato anche Chris, un mio amico di SIPA che ha lavorato in Cina per un anno) è che noi, e in particolare molte ONG che si occupano di Cina (ma anche di altri Paesi, come testimonia il mio post sugli human rights) non capiamo bene di cosa stiamo parlando. Quali politiche sociali attueremmo se fossimo nel governo cinese? Funzionerebbero con 1.3 miliardi di cittadini? Ripeto, secondo me il governo cinese non è immune da errori (come del resto i nostri governi, mi pare). Pensate che anche gli errori cinesi si moltiplicano rispetto ai nostri. Per citare Chris (e con lui i cinesi che conosco): ”pensate che il governo cinese non veda i problemi che il paese ha? Pensate che non ci pensi nemmeno lontanamente a risolverli? In cosa sono meglio le nostre politiche, se applicate alla situazione cinese?”

Mi rendo conto che l’argomento è delicato. Ho scritto queste righe abbastanza di getto , quindi ora più che mai il blog è aperto a commenti.

Wednesday, November 28, 2007

Le mine

Ok finalmente è giunto il momento del post sulle matite! So che c’era grande attesa sin da un post precedente (come i commenti hanno confermato), e quindi eccolo qua!

I realtà questo post non è altro che un’applicazione pratica del celeberrimo metodo visivo per bambini minorati ideato da un genio matematico dei giorni nostri (chi lo conosce lo sa), e cioè la visualizzazione di un concetto. Il concetto in questione è la differenza tra Italia e Stati Uniti. Siccome sento già da oltreoceano commenti increduli e forbiti del tipo “secondo me questa è una cazzata!”, cerco di spiegarmi.

L’Italia è la scatola per mine a sinistra, gli USA (o America, come si chiamano qui) quella a destra. Come potete notare gli USA sono più grandi, perché qui tutto è più grande: le strade, le macchine, l’ego delle persone, gli investimenti, le taglie dei vestiti, i palazzi, l’ignoranza riguardo al resto del mondo…ma la cosa interessante è che questo spazio, questa “grandezza”, è inutile, perché il numero di mine per matita che contiene è lo stesso dell’Italia. Bene quindi, abbiamo il primo concetto: gli USA sono (o si sentono, o vogliono sentirsi) grandi, ma inutilmente.

Il secondo riguarda l’Italia in sé: la confezione è più bella, meno tozza, più colorata. L’Italia è colorata, meno omologata, ricca di originalità, ma nella sostanza le manca qualcosa (le mine appunto) e il tappo è aperto, segno che qualcosa scappa dall’Italia (i cervelli? e se le mine fossero i finanziamenti ala ricerca?).

Bene, nell’attesa che questa mia opera d’arte moderna che nemmeno la donna col putto avrebbe potuto spiegarci meglio (anche perché noi staremmo leggendo la Gazzetta, e per chi non era nella 5B mi dispiace ma non potete capire) trovi spazio in qualche galleria, magari tra un quadro di ROTHKO e la merda d’artista, tratteniamo tutti il respiro.

P.S: parlando di foto artistiche, sparatevi questa "Autumn in New York" dalla mia finestra, con l'effettazzo quadrettatura dato dalla rete antizanzare!


Wednesday, November 21, 2007

lettera aperta a Guglie, ovvero sopra il futuro dell'informazione


Bene, approfitto della pausa pranzo per rispondere al commento di Guglie: eh lo so, d'altronde di questi tempi non ci sono state grandi novita', troppo preso dalla bat-caverna. Ma uno scopo del blog e' anche quello di tenervi aggiornati sulla mia vita qui, quindi le cavolate sono indispensabili.

Non sapevo che il palazzo l'avesse progettato Renzo Piano, purtroppo non sono potuto andare al gran gala' dell'inaugurazione. Devo dire che il palazzo e' mediamente brutto.
La cosa interessante del NYT (che e' tra i miei preferiti su mozilla) e' che il suo editore ha promesso che tra 5 anni non venderanno piu' copie cartacee, ma terranno solo il sito. in piu' di recente hanno dato pieno accesso gratuito a tutte le features del sito, passo non da poco.
L'evoluzione dell'infomazione sul web e' interessante e attuale, basti guardare alla polemica blogs/informazione tradizionale. Devo dire che ormai leggo di rado le notizie cartacee, ma ogni giorno (piu' volte al giorno) quelle online. Il vantaggi principali del web sono 2: il tempo reale (che i giornali di carta non hanno mai avuto e mai avranno) e la pluralita' di fonti (posso appunto leggere Repubblica,il Corriere, il NYT, il Guiardian eccetera a distanza di un clic). I problemi principali sono l'attendibilita' della fonti, la scarsita' di "editoriali", se si escludono i blog, e la visibilita'. Sono convinto pero' (anche per deformazione professionale) che il giornalismo sul web e' il futuro dell'informazione. Il problema anche li' e' pero' il solito: chi finanzia chi (da una prospettiva marxista). Attenzione che le cose si stanno muovendo in grande sul web, non solo per l'informazione, ma anche per il'intrattenimento (che e' forse la piu' grande fonte di traffico web, dopo i motori di ricerca). Non e' un caso che in questi giorni abbiano lanciato la versione beta di Hulu (un vero e proprio colosso, se guardate chi ci sta dietro, i nomi Murdock e Gates vi dicono niente?).
Bene come direbbero al Processo di Biscardi: posso lanciare una provocazione?
web o carta? blogs o giornali? a voi la scelta.

P.S: la televisione e' volutamente eclusa, perche' non ha futuro se non sul web, e poi l'informazione in tv e' a dir poco indegna. In Italia si sa come funziona, ma avete mai provato a guardare FOX news? Emilio Fede e' un dilettante....
P.P.S: consiglio la visione di un video blog di Beppe Severgnini al riguardo aceesibile dal sito del Corriere. E' di qualche tempo fa ma non dovrebbe essere difficile da trovare.

Friday, November 16, 2007

Questioni urbanistiche


Dopo un po’ di tempo trascorso in questa città, la domanda sorge spontanea: perché non hanno i cassonetti come da noi in Europa? Risposta molto semplice: perché così si possono buttare per strada un sacco di fantastici sacchi di MONNEZZA (questa è una citazione nascosta per chi ha condiviso con me i piacere di Povo-Mesiano…chi indovina il personaggio misterioso vince una stretta di mano, AMBITISSIMA senza dubbio!) . Nella foto potete apprezzare un angolo come molti se ne vedono verso sera…ah che bello passeggiare in una valle ver…di sacchi di monnezza!

Seconda questione: l’altro giorno mi aggiro per il centro del campus dopo essermi fatto derubare dal bookstore per una scatola di mine per la matita (e qui vi rimando al prossimo post), quando noto che nel prato principale qualcosa è cambiato: ci sono delle tende!!! Che anche qui siano arrivati i temutissimi ROM ? pare di no, apparentemente il fatto di dormire nel prato dell’Università rappresenta per 4 studenti una progredita fonte di protesta contro non si è ben capito che cosa…però considerato cosa pago di affitto un pensierino…e poi sono anche più vicino alla bat-caverna…e alla fine non fa così freddo...no, quest’ultima è una cavolata. Comunque dopo 5 impavidi giorni i nostri eroi sono ancora lì, nemmeno troppo assiderati, tutto sommato non male direi…

Ultima considerazione. Forse ve lo avevo già scritto, ma Columbia University ha intenzione di espandersi un bel po’ verso nord, tipo 10-12 blocks. I soldi per comprare il terreno non mancano, grandi piani architettonici nemmeno (mi fa venire in mente il mitico Botta!!!), c’è solo un problema: la gente che al momento in quei posti ci vive!!! Ovviamente alla St- Joseph tutti ce l’hanno con la Columbia…questo comunque è uno dei tanti piani di cambiamento nella zona Harlem, apparentemente c’è l’intenzione di rendere la zona un quartiere residenziale, o comunque per l’upper middle class. Stanno comprando terreni, sfolleranno i fratelli, raderanno tutto al suolo, costruiranno, e venderanno facendo PALATE di dollari. Io ovviamente sto dalla parte dei fratelli, che dovrebbero spostarsi sempre più a nord, anzi, sempre più a Bronx (da un ghetto all’altro, che figata!).

Nota conclusiva: parlando di Harlem, vi consiglio di vedere American Gangster, film molto ben girato e interpretato, e interessante. Anche quando si parla di spaccio di droga un nero che prospera non può essere concepito (sia perché l’idea sembra assurda, sia perché dà fastidio)…

3 ragioni per cui è bello avere amicizie femminili (no, non le ragioni a cui stai pensando tu Tarolli….)

Rieccomi a voi dopo qualche tempo. Per iniziare qualche piccola considerazione generale. Qui fa un freddo boia (per usare un termine tecnico). Non è tanto il freddo in sé, quanto il vento in stile Bora (scusa Hui per il riferimento a chi ti ha portato via il basilico) che sta soffiando senza sosta! Ieri poi ha anche piovuto, e considerando che un mese fa mi hanno inculato (altro termine tecnico) l’ombrello in un bar (spero che un fulmine ti abbia colpito mentre lo aprivi, fot@#!!to ladro) non è stato un bel momento. Questo post è in pratica una spudorata leccata di culo (oggi proprio non riesco a trattenermi dall’usare un linguaggio beppegrillesco) alle care persone che consentono al mio sangue di non ghiacciarsi: Anna, Chiara e Giorgia (in rigoroso ordine alfabetico). Grazie care, da qualche giorno vi voglio bene un po’ di più. Guardate la foto per credere.

P.S: la foto è volutamente un pò sfocata per non turbare i palati più fini con la mia faccia da rientro post giornata trascorsa nella bat-cave...


Sunday, November 4, 2007

Good news from San Diego

No, non voglio parlarvi degli incendi , non direttamente almeno(tra parentesi, sparatevi questo articolo del Times sul rapporto Schwarzi-George W, è interessante)

Grandissime novità!!! Da poco più di una settimana a questa parte Jessica, una mia amica di San Diego (una delle fantastiche girls che hanno ospitato me e franz all’inizio, e con cui siamo usciti tutto l’anno), vive qui a NYC!!! Che bello ci siamo già beccati un paio di volte, sono stracontento, spero che riesca a trovare il lavoro che sta cercando e che si fermi il più possibile!!!

L’altra novità è a dir poco una bomba: Serge e Carolina vengono a suonare in un locale di Brooklyn sabato prossimo!!! Spettacolo!!! Per chi non sapesse di chi sto parlando, Serge è i professore più figo mai apparso nella storia delle università, ha 32 anni ed oltre ad essere super bravo è mega simpatico ed ha una sua rock band (SO3, lui canta e suona chitarra o basso, è quello nella foto a destra). Ed è stato il mio advisor per un anno a san diego e poi mio correlatore di tesi. Con lui ho pubblicato il mio articolo. C’è un terzo coautore di quell’articolo: Carolina, una dottorando di Serge che è stata il mio “boss” per un po’. Anche lei ha una band (Audition Lab), in cui canta, che è tutta composta da dottorandi di san diego!!! Hahaha pazzesco, non vedo l’ora di rivederli, nel frattempo sto cercando di raccogliere un po’ di pubblico internazionale (dallìI-House) per il concerto (i cui proventi andranno a sostegno della croce rossa californiana per aiutare chi è stato vittima degli incendi). in una sola parola: COOL !



Ecco un'aggiunta a testimonianza di una grande serata, con il chitarrista della band di Serge che è pure capace di suonare Jimmy Hendrix con la chitarra dietro la testa...pazzesco!

Per chi se lo stesse domandando: No, non mi sono drogato quella sera, quello è il mio aspetto normale alle 2 notte


halloween and a fun night



Come tutti sanno (ma Franz più di altri) Halloween è una festa perticolarmente sentita qui negli States. Soprattutto per le ragazze, che possono finalmente sfoderare le mille e più varianti del costume preferito: il puttanone!!! È veramente stupefacente vedere come riescano a non vestirsi nonostante facciano 5 gradi sotto zero (eh già, da un momento all’altro è arrivato con simpatia il super freddo, ottima cosa che nell’international house non sappiano come gestire il riscaldamento: si passa dal corridoio ghiacciaia al bagno sauna, cose che fanno bene alla salute) e con grande originalità poi: ci sono la porno segretaria, la ninfo-infermiera, la scolaretta pervertita, la commessa del footlocker (?!?!?) arrapata e per finire la mia preferita: la vampira allupata. Per gli amanti dell’orrido, posso segnalare una Biancaneve obesa, che andrà a compete nei miei incubi con sailor moon (guglie sa di cosa sto parlando). Camminando per le strade del greenwich village si possono veramente incontrare i personaggi più pazzi e assurdi, e devo dire che alcuni vestiti sono veramente divertenti. All’international house c’è stato l’immancabile halloween party: a cui ho partecipato in accappatoio (vedi foto), non avendo un vero costume e non avendo il tempo o la voglia per cercarne uno. Devo dire è stato stradivertente.

Continuando con la descrizione di cosa NYC offra in termini di divertimento, ieri sera sono uscito con Goran (aka il croato coi muscoli), chris (il Captain SIPA della foto, veramente un tipo divertente) e alcune tipe dell’est europa (non pensate male, erano amiche di Goran). Dopo la cena a times square a base di spiedino al pollo gentilmente offerto dl venditore all’incrocio, che conteneva il gusto speciale della strada (il lurido gli fa un baffo), ci siamo diretti nel Village in un posto abbastanza figo. Nella via, abbiamo incrociato il Colombian Bus, cioè un pullman stile colombiano su cui si fa festa (c’è la musica eccetera), mentre ti porta in giro per il centro (vedi foto). Questa volta siamo stati in una parte del Village un po’ più ghetto (per i fan del genere), cioè in una strada dove, oltre ai barboni qua e là, c’erano ruote i biciclette legate a lampioni (e tutti sappiamo che fine ha fatto il resto della bici) e il mio pezzo preferito: la rete (tipo recinzione di campo da calcio) col attaccati degli appendini e dei vestiti in vendita, con l’immancabile fratello yo yo a fianco. Comunque arriviamo al locale dove eravamo destinati, l’ingresso è un sottoscala orrendo, già sto pensando in che cavolo di buco siamo finiti e invece no: l’interno è quello che non ti aspetti, un locale grande, su due piano, con stile vintage e devo dire molto figo. Il tema della serata era musica slava, e devo dire mi sono divertito un casino: il DJ è diventato il mio eroe in pochi minuti, praticamente un tipo che non ha smesso di saltare dall’inizio alla fine della serata, che potenza! Stando al piano di sopra dopo un poco si fa caso al lampadario (stile ottocentesco, senza un motivo apparente), a cui sono appesi un paio di reggiseno e un tanga. La domanda sorge spontanea, la risposta è che prima c’è stato il famosissimo (?!?) lancio dei reggiseni…nota trash della serata, una tipa che balla, pesta qualcosa, la raccoglie, e tu che pensi: un altro reggiseno? : no, un calzino usato!!!! Not bad….spero di aver sollevato lo spirito e lo stomaco di chi legge questo post prima di un pasto!

Introducing...the BAT-CAVE !

Grande ragazzi finalmente vedo che qualcuno inizia a farsi sentire sulle questioni importanti…quindi è arrivato il momento delle cavolate. Orami non posso più sfuggire al mio destino: il computer è arrivato (scarso? mi par di sì….) e quindi mi attendono felici giornate nella bat-caverna. Non saprei come altro definire il mio “ufficio”, come potete notare dalle foto è oscuro (non ci sono le finestre) e pieno di tecnologia (praticamente una discarica di vecchi computer, monitor, schede ecc. , il magazzino del dipartimento insomma). Certo che in questo caso barman è cinese (grande new entry infatti: un china di 40 anni, anche con lui grandi conversazioni come potrete immaginare) e i vari robin sono tutti indiani (ne è arrivato uno nuovo, che figata si moltiplicano come i conigli). Io sono un po’ l’oggetto estraneo di tutto l’ambiente (considerando che sono il meno serio, sono probabilmente il joker della situazione), ma mi sono posto come obiettivo per la fine dell’anno di rendere la bat-caverna un posto almeno decente (non dico vivibile perché si sa che gli indiani già ci vivono…). Ultimo dettaglio, avrete notato il foglio con il mio nome sopra alla mia scrivania, l’unica cosa che mi garantisce di non perdere l’ambitissima postazione!!!!


Thursday, October 25, 2007

Human Rights


Ciao a tutti, è arrivato il momento di presentarvi un pò più in dettaglio le persone più cool che bazzicano da queste parti. Le ho nominate di sfuggita nelle mail o in altri post (o forse no, non importa), non si tratta di italiani dal nome animalesco o di maniaci che parlano nei bagni, ma sto parlando del gruppo human rights (+ friends). Sono un gruppo di attivisti di diritti umani, che vengono da un po’ di parti del mondo, e sono qui per un programma di 4 mesi in congiunzione con ONU e SIPA (a Columbia). Un po’ di presentazioni (non ho foto, mi spiace, ma arriveremo anche a quell’argomento, e poi preciso che i nomi sono scritti come li ho ascoltati, non sono sicuro della correttezza):

Durett: dal Camerun, impegnato in questioni riguardanti l’energia idroelettrica (che è la principale fonte di energia in Camerun). La principale compagnia idroelettrica del Paese, che era sana (da un punto di vista economico) è stata venduta pezzo per pezzo negli anni dal 99 ad oggi a compagnie straniere, statunitensi e prevalentemente ad una canadese. La privatizzazione ha fatto sì che le persone che vivono vicino agli stabilimenti subiscano tutte le peggiori conseguenze (inquinamento, terreno non coltivabile, ecc.) senza trarre benefici (energia elettrica in casa ad un prezzo accettabile, per esempio). Anzi, il prezzo dell’energia elettrica è decisamente aumentato e molte famiglie non se la possono permettere!!! Lui lotta per questo. Un dato interessante riguardo al Camerun: forse molti di voi già lo sapevano, ma il Pease è diviso in 2 parti, una francofona (la maggioranza) e una anglofona (minoranza). La situazione è stabile, ma Durett dice che ci le tensioni (anche etniche in certi casi) sono reali, e c’è una calma che è solo apparente. In più, da quando il Pease ha elezioni, c’è sempre stato lo stesso presidente!!! Stiamo parlando di un periodo tra i 20 e i 30 anni!!! Ovviamente è una persona corrotta, ma già c’è preoccupazione per quando morirà, per la lotta per la successione, ora come ora non sembra esserci una figura abbastanza carismatica o “positiva” che possa sostituirlo. Durett è il primo del gruppo che ho conosciuto, non so quanti anni abbia, probabilmente sulla trentina, ed è veramente strasimpatico, in più appassionato di calcio. Un grosso insomma.

Juy: dalla Tailandia. Lavora per una ONG, e si occupa di garantire i diritti di chi ha contratto l’HIV. Si trova molto spesso a lottare contro le case farmaceutiche, che non permettono accesso al trattamento alle persone economicamente più svantaggiate. infatti il prezzo di molti farmaci rimane proibitivo, e l'alternativa, fornita da una compagnia indiana ad un prezzo accessibile, è proibita in mezzi pià o meno torbidi. Juy non si sta adattando a New York, non le piace la mentalità delle persone negli stati uniti, insomma non vede l'ora di tornare in thailandia. In più abbiamo scoperto che i nostri paesi sono molto simili per scandali di politici, conflitti di interessi e soprattutto cortissima memoria dei cittadini nel ricordare le nefandezze di tizio o caio quando si ripropone alla ribalta a pochi anni da qualche scandalo. In particolare anche la thailandia ha avuto il suo berlusconi, nella figura dell'ax premier e ora presidente del manchester city, la squadra di calcio!

Christian: dal Congo Brazzaville. la prima cosa che lo ha colpito è che la gente sgrana gli occhi quando dice da che Paese proviene. Pochissimi sanno dov'è al primo colpo (anch'io sono tra gli ignoranti). Christian promuove i diritti delle vittime della guerra che ha insanguinato il suo pease per diversi anni, ed in più cerca di lottare contro la corruzione del suo governo. Una volta è stato arrestato, minacciato e torturato perchè aveva lasciato il suo Paese, a detta del governo per andare all'estero a diffamarlo. Una volta mi ha raccontato una cosa che ha dell'incredibile: l'Africa è divisa tra la Francia e gli Stati Uniti, in una nuova forma di colonialismo che è un risultato della forma classica. In particolare, l'attenzione degli Stati Uniti è rivolta ai Paesi anglofoni (e proprio nella lingua e in certe strutture sta la dipendenza dal colonialismo classico), mentre quella della Francia ai Paesi francofoni. Se vai negli Stati Uniti a parlare di Congo Brazzaville, nessuno lo conosce, se dici invece Nigeria, tutti la hanno almeno sentita nominare. E viceversa in Francia. Il punto è che le popolazioni di Stati Uniti e Francia ricevono notizie solo riguardanti i Paesi con cui i loro governi sono interessati a commerciare, o meglio sfruttare. Se sei un attivista in Congo Brazzaville, facilemente non otterrai molto andando a chiedere aiuto o attenzione negli States: devi andare in Francia! PAZ-ZE-SCO !!!

John : Sierra Leone. dopo la fine della guerra civile, molti sforzi sono stati fatti per dare terre e diritti a chi aveva partecipato al combattimento, per farli riadattare ad una vita "normale". ma niente è stato fatto allo stesso livello per le vittime di guerra. John lavora per promuovere i loro diritti. John non può dire a nessuno dove abita, perchè metterebbe in pericolo l'incolumità della sua famiglia. Ha detto di aver visto "Blood Diamond" solo di recente. In sierra leone la gente si rifiuta di guardare questo film perchè non è stato girato in sierra leone, ma da altre parti, e quindi la sierra leone non ne ha beneficiato direttamente. dopo averlo visto, ha detto che rappresenta molto bene ciò che succedeva in sierra leone verso la parte finale del conflitto.

purtroppo non ricordo i nomi degli altri nel gruppo, li ho incontrati solo una volta o due e non ci ho mai parlato molto. comunque ci sono: un indiano che promuove i diritti di gay, lesbiche e trans in una regione indiana. sono un gruppo di circa 30000 persone, e sono trattati alla stregua dei paria, gli intoccabili. Una messicana che lavora in baja california, promuovendo i diritti delle donne che vengono costantente abusate, sia da un punto di vista fisico che morale. Una mongola che lavora per far sì che lo sviluppo delle strutture democratiche nel suo Paese (a partire dal crollo dell'unione sovietica), vada di pari passo con lo sviluppo dei diritti dei cittadini (in particolare di contadini, che si vedono le terre espropriate a prezzi ridicoli o dal governo o da compagnie straniere).
Una ragazza della Cambogia, che racconta di come veramente WTO, Banca Mondiale e compagnia bella gestiscono i rapporti con i paesi più poveri. Siccome la Cambogia sopravvive dei fondi erogati dalla banca mondiale, deve sottostare totalmente a ciò che le viene consigliato dall'esterno come piano di crescita economica. Anche se in Cambogia il governo si rende conto, conoscendo il territorio, la propria gente, insomma il Paese, che certe politiche economiche non funzionano, le deve accettare passivamente. queste politiche economiche sono dettate da cosiddetti "esperti" occidentali. sapete quanto tempo spendono questi "esperti" in Cambogia prima di dettare le suddette politiche? uno, forse 2 mesi. e in 2 mesi al massimo già sono così esperti del Pease che sanno cosa è meglio per lui...non fa una piega! tra parentesi questo doscorso è valido per tutti i Paesi nelle stesse condizioni della Cambogia: John, Durett, Christian, tutti concordano.

Probabilmente molti di voi già erano a conoscenza di queste informazioni, io alcune le avevo lette, ad esempio nel libro del mitico Stiglitz (che guarda un pò è Professore a SIPA, Columbia), grande Ema! Ma vi assicuro che sentirle dire da amici, che ti guardano dritto negli occhi e tu percepisci che non hanno vissuto bene come te, a causa di un mondo terribilmente ingiusto, fa un effetto particolare. noi leggiamo sui giornali, vediamo in tv alcune di queste storie. loro hanno amici morti, vengono diffamati, minacciati, torturati. lo vivono sulla propria pelle, ogni giorno. parlare con loro fa venire i brividi a volte, per loro il mondo è veramente bianco e nero, perchè la differenza tra il fare una cosa o un'altra reppresenta la differenza tra far vivere o morire i loro vicini di casa.

fatemi sapere che ne pensate. Ho messo in piedi questo blog anche per poter discutere un pò con voi di queste cose, anche se non possiamo parlarci direttamente.

Tuesday, October 23, 2007

2pac e i fratelli (anche non suoi)

Ok la mia lettura di ben 2 libri su 2pac Shakur ha dato i loro frutti: ora conosco un pò la storia del rapper più famoso d'america (ovviamente ucciso, gli hanno sparato - vedi il mio post precedente, il video di chris rock). 2 cose interessanti: la prima è che sua madre era una blck panther, e non una qualsiasi, ma una leader del movimento. la seconda è che il tratto comune di tante personalità di colore di un certo spessore nello show business statunitense è la vita dura, nel ghetto o nella povertà in generale (a tale proposito consiglio di guardare boyz in the hood, uno spaccato su south central-LA davvero interessante, con un trio di attori incrdibile: ice cube, cuba gooding junior, ma soprattutto lawrence fishbourne). Quelli che emergono dal ghetto hanno comunque alle spalle genitori di una certa cultura (vedi 2pac e dave chapelle, per esempio), e questo la dice lunga sul numero di persone che riescono ad emanciparsi dal ghetto, per definizione un luogo di profonda cultura e alfabetizzazione alle stelle, qui negli states. In questo periodo sto riflettendo molto sulla questione Africa, sia per i miei amici dello human rights group (di cui vi parlerò un pò quando ho un attimo), sia per quel che significa essere afroamericani oggi. Vivendo a 2 passi (letteralmente!) da Harlem, penso che sia abbastanza naturale. Penso anche a perchè tutti questi gansta rappers o simili debbano ostentare la ricchezza ottenuta con i diamanti, le macchine e le altre boiate, o perchè sentano il bisogno di differenziarsi dal resto della comunità vestendosi come dei buffoni (ehi comunque massimo rispetto yo yo!). sembra sempre tutto una reazione al razzismo e alle privazioni che la comunità nera continua a subire. E' pazzesco. Pensate a cosa è successo 10 giorni fa a Teacher's College, che non è un centro di ritrovo del KKK, ma un college affiliato a Columbia University: hanno appeso un cappio alla porta di Madonna Constantine, una professoressa che fa ricerca su multiculturalismo, razzismo, studi etnici e così via. Pazzesco! In quello che probabilmente è il posto più acculturato degli Stati Uniti, ci sono persone che compiono atti di questo genere. Ma allora nel resto del Paese cosa accade? In più nei bagni di SIPA, la scuola di studi internazionali, è apparsa una scritta che mi ha dato parecchio fastidio: "fuori gli ebrei e i musulmani: l'America è per i bianchi Europei". Che cavolo vuole questo tizio con evidenti carenze intellettuali da me che sono un bianco europeo? Perchè mi tira in ballo nelle sue scemate? MAH !
Certo sono cose che fanno male...

Bene, vi lascio con una delle poesie di Tupac, ricordandovi che esiste un corso all'università di Berkeley sulle suddette poesie e sui testi delle sue canzoni, quindi non sono tutte cavolate tipo 50 cents etc.


The Rose That Grew From Concrete by Tupac

Did you hear about the rose that grew from a crack in the concrete?
Proving nature's law is wrong it learned to walk with out having feet.
Funny it seems, but by keeping it's dreams, it learned to breathe fresh air.
Long live the rose that grew from concrete when no one else ever cared.

P.S. anche in Italia abbiamo avuto una faida tipo west coast - east coast statunitense (2pac - nororious BIG): sì, tra fabrifibra e i gemelli diversi. per citare un commento particolarmente arguto sulla questione che ho trovato in rete: bello gustarsi la scena quando due soggetti per i quali non si nutre particolare rispetto, se le suonano per fortuna a suon di rime… Questo è il caso dei Gemelli Diversi che hanno prodotto il loro migliore brano da quando fanno dischi (scimmiottando quello di fabrifibra). Per quanto riguarda Fibra non aggiungerei altro: si commenta da solo quando dice: “mangiavo lucertole”.


Chris Rock e stand up comedy

Incredibile Chris Rock mi fa crepare dalle risate. Se avete un pò di tempo libero e non sapete cosa fare andate su youtube e fatevi una cultura sui fratelli e le controversie legate ai rapporti bianchi-neri negli stati uniti con Chris Rock e Dave Chapelle! mitiche le battute sul Presidente di colore e sulla musica Rap! per non parlare di quella di chapelle sul bambino nel ghetto alle 3 di notte!!!!

Chris Rock rap music



Dave Chapelle kid in the Ghetto